Una diagnosi energetica, secondo quanto disposto dal D.lgs 141/2016, consiste in “una procedura sistematica mirata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati”. Un audit energetico, o diagnosi energetica, va considerato come il primo step di qualunque iniziativa di efficientamento
La prima diagnosi energetica (o anche una procedura di analisi “leggera” per interventi circoscritti) rappresenta un investimento oculato e lungimirante che consente di avere un quadro dell’andamento dei consumi e iniziare a costruire le basi (procedurali, informatiche, tecniche) per un corretto approccio alle diagnosi successive e raggiungere in tal modo il miglior equilibrio possibile tra efficienza energetica e comfort abitativo.
In Italia esiste l’obbligo di condurre, con cadenza quadriennale e da parte di soggetti qualificati, una diagnosi energetica per le imprese di grandi dimensioni (criterio basato sul numero di dipendenti e fatturato e/o bilancio) e per imprese con consumi rilevanti di energia che accedono alla c.d. agevolazione per utenti energivori: l’UNI ha stabilito quelli che devono essere i requisiti minimi nello svolgere un audit energetico attraverso l’emissione della norma tecnica UNI CEI EN 16247-1:2012